Un antico rito perpetuato per secoli dai pastori, una tradizione che ha forgiato la cultura ed il paesaggio di interi territori, un via vai di greggi e mandrie che si spostavano stagionalmente dalle montagne alle aree più miti e viceversa.
La transumanza, iniziata già con le popolazioni preromaniche, racconta tanto delle tradizioni pastorali del nostro paese. Oggi è quasi del tutto scomparsa ma alcune associazioni di cittadini stanno riscoprendo gli antichi tratturi affinché possano essere nuovamente fruiti e percorsi dai camminatori moderni.
L'associazione Tracturo 3000 ha rilanciato la rete dei tratturi ed ha scommesso sul progetto di valorizzazione di questo patrimonio culturale che altrimenti sarebbe andato perso.
La transumanza, ricordiamolo, è stata riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità nel 2019 con una motivazione ben precisa, avendo 'modellato le relazioni tra comunità, animali ed ecosistemi, dando origine a riti, feste e pratiche sociali'.
Seguendo le tracce dei pastori è nata l'idea di ridare vita alle carrarecce, ai sentieri e alle piste cadute in disuso, rinsaldando la memoria di una vita piena di fatica e di sudore, un'esistenza scandita dalle necessità degli animali di nutrirsi e di proteggersi dagli eccessi del clima.
Tratturo Magno L'Aquila Foggia: la storia
I tratturi di cui oggi parliamo sono stati riorganizzati nel 1447 dal re di Napoli Alfonso I d'Aragona, interessato a rafforzare le vie della transumanza poiché il suo regno era il maggior produttore di lana d'Europa. Il sovrano così istituì anche la Regia Dogana per la Mena a cui i pastori versavano la “fida”, un obolo pagato per ogni pecora che passava la dogana, ricevendo in cambio protezione e il diritto di passare lungo il Regio Tratturo.
Tutto il sistema di sentieri così venne ripristinato fissando la larghezza dei 5 tratturi che partivano dall'Abruzzo a 60 passi napoletani (111 metri circa), stabilendo una larghezza compresa tra i 10 e i 30 passi per i 70 tratturelli e costruendo 14 bracci secondari che univano tra di loro le vie principali. Lungo le vie della transumanza poi vennero costruiti i riposi, ampie aree allestite con fontanili, ricoveri e chiese rurali.
Il Tratturo Magno, anche chiamato Tratturo del Re, era il cammino principale di transumanza che collegava l'Abruzzo alla Puglia ed era anche il più lungo, partendo dalla città de L'Aquila ed arrivando a Foggia. Parallelo ad esso, lungo quest'asse nord-sud, si trovavano gli altri tratturi che erano dislocati in aree più interne.
Lungo i Regi Tratturi i pastori e i loro animali percorrevano le piste in terra battuta o ricoperte da manto erboso fermandosi in quelle che si chiamavano le stazioni di posta, luoghi in cui riposare e rifocillarsi. Il viaggio poi continuava attraverso campi, borghi, chiese, luoghi sacri in cui i pastori pregavano affinché il lungo viaggio potesse avere un esito favorevole.
Così questi Regi Tratturi venivano percorsi instancabilmente avanti e indietro durante i periodi di transumanza, quando il primo freddo raggiungeva le montagne abruzzesi e le greggi e le mandrie avevano bisogno di un clima più mite e temperato, come quello del Tavoliere delle Puglie, per ripararsi dai rigori dell'inverno. Oppure quando, con il sopraggiungere del caldo, si riportavano gli animali verso le maggiori altitudini per proteggerli dal clima torrido.
Il percorso del Tratturo Magno
Il Tratturo Magno era uno dei cinque Regi Tratturi, un percorso lungo 244 chilometri che aveva inizio a L'Aquila, la città in cui convogliavano i pastori con i loro armenti per poi mettersi in viaggio verso il Meridione. Il punto d'incontro delle greggi che scendevano dalla Majella, dal Gran Sasso e dal Velino-Sirente era la basilica di Santa Maria di Collemaggio, chiesa sorta fuori dalla cinta muraria della città e simbolo della comunità.
La sua costruzione è direttamente riconducibile alla figura di Pietro da Morrone, l'eremita che in tarda età venne eletto papa con il nome di Celestino V. Quando nel 1294 salì al soglio pontificio, il pontefice promosse una cancellazione dei peccati per coloro che fossero entrati in chiesa la notte della sua incoronazione. Venne così istituito il rito della Perdonanza, che ancora oggi si celebra ogni anno la sera del 28 agosto.
Il Tratturo Magno, percorribile in 10 tappe, ha inizio proprio da qui, dal piazzale della chiesa così cara agli Aquilani, edificio duramente colpito dai terremoti, incluso quello verificatosi nel 2009 che ne ha prodotto la distruzione del transetto. Oggi l'edificio sacro è nuovamente fruibile ed è diventato il simbolo della resistenza e della rinascita di queste terre. Dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio si intraprende il viaggio verso sud, raggiungendo Onna e San Gregorio, drammaticamente colpite dal sisma, e poi Prata d'Ansidonia.
In quest'area si trovava proprio la dogana e la presenza di questo ufficio preposto al controllo è indicata proprio nel nome del paese. Il toponimo Ansedonia deriva proprio da ansarium che in latino indica il dazio. Oggi, su un'altura erbosa circondata dai monti abruzzesi del Gran Sasso e del Velino-Sirente, si apre l'area archeologica dell'antica città di Peltuinum, abitata dal popolo dei Vestini e poi conquistata dai Romani.
Dalla piana di Navelli alla valle del Biferno fino a Foggia
Circondati dalle sue magiche atmosfere si cammina sulla Via Claudia Nova attraverso i ruderi ed il paesaggio straordinario che si apre su questa collina della piana di Navelli. Si attraversa lo scenario incantato di un percorso antico cinto dalle montagne osservando i cippi tratturali e la magia di una delle chiese rurali più conosciute: la chiesa di Santa Maria di Cintorelli, nel comune di Caporciano.
Il viaggio continua verso la bella valle del Tirino e consente di giungere nel territorio di Capestrano, il borgo arroccato che è divenuto famoso per il rinvenimento della statua del Guerriero di Capestrano (VI secolo a.C.), oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo a Chieti. Da qui si prosegue verso la Val Pescara e ci si dirige verso Lanciano, bel centro della Val di Sangro ricco di chiese, di storia e di arte.
Il
Tratturo Magno si allunga verso
Vasto e la costa chietina, caratterizzata dai
trabocchi, antiche macchine da pesca. Si entra quindi in
Molise e, dopo avere raggiunto il litorale di Petacciato, si punta verso l'entroterra, dirigendo i passi in direzione della
valle del Biferno. Non resta che continuare in direzione sud e arrivare a
Foggia, la città della dogana dove si trova l'Epitaffio, il monumento costruito nel 1651 sotto Filippo IV di Spagna, dove si incontravano il Tratturo Magno e il tratturo che scendeva da Celano.
Il Tratturo Magno: scheda tecnica
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INFO BOX
IL TRATTURO MAGNO
Alla scoperta del Tratturo Magno L'Aquila Foggia: un percorso di 244 Km in 10 tappe tutte da attraversare zaino in spalla.
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LE TAPPE
TAPPE | PARTENZA | ARRIVO | DISTANZA |
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1^ tappa | L'Aquila | Prata d'Ansidonia | 21.7 km |
2^ tappa | Prata d'Ansidonia | Torre Forca di Penne | 21.8 km |
3^ tappa | Torre Forca di Penne | Rosciano | 21.2 km |
4^ tappa | Rosciano | Contrada San Vincenzo, Vacri | 19.3 km |
5^ tappa | Contrada San Vincenzo, Vacri | Lanciano | 22.7 km |
6^ tappa | Lanciano | Pagliarelli, Vasto | 30.6 km |
7^ tappa | Pagliarelli, Vasto | Petacciato Marina | 24.8 km |
8^ tappa | Petacciato Marina | San Martino in Pensilis | 31.8 km |
9^ tappa | San Martino in Pensilis | San Paolo di Civitate | 25.7 km |
10^ tappa | San Paolo di Civitate | Foggia | 40 km |